La terapia online nei primi tempi della pandemia e del lockdown, sembrava a tutti, pazienti e terapeuti un’assurdità, quasi un’eresia. Confesso di avere opposto moltissima resistenza all’uso del mezzo elettronico come sostituto del consueto setting terapeutico.

Vero è, però, che la situazione sanitaria si rivelava più duratura di quanto si pensasse e proporzionalmente cresceva il disagio in molte persone, col paradosso rappresentato da una maggiore necessità di aiuto a fronte di una minore possibilità d’intervento.

Dopo un iniziale periodo di assestamento psicologico, le persone hanno scoperto piattaforme dalle quali potevano assolvere i loro compiti lavorativi e per necessità hanno preso confidenza con questo metodo di comunicazione, fino allora usato esclusivamente per scopi di svago sociale.

Anch’io ho seguito lo stesso iter di adattamento e, dopo gli iniziali Disagi, io e i miei pazienti ci siamo semplicemente abituati a questo nuovo setting terapeutico, che ha evidenziato come, alla fin fine, quel che conta in un rapporto psicoterapeutico è la relazione tra i due attori.

Con ciò non s’intende per nulla sminuire il sistema Vis-a-Vis Tradizionale dato che quello online non è scevro da problemi.

Tanto per cominciare a casa non tutti possono godere della necessaria privacy; in secondo luogo il paziente preferisce istintivamente “collocare” la propria interiorità in quel luogo terzo, neutro, accogliente, affidabile, definito, appunto, “setting”, come il set teatrale, in cui racconti ed emozioni si svolgono liberamente.

Anche il terapeuta può usufruire, in presenza, di molti più indicatori dell’andamento della relazione, assenti, o meno disponibili, nella terapia on line.

Per questo motivo personalmente preferirei evitare quest’ultima modalità per i primi incontri, quando la relazione non si è ancora consolidata.

D’altronde i vantaggi della terapia on line consistono nella possibilità di offrire una psicoterapia anche a persone fisicamente distanti, residenti altrove, o in vacanza, o in trasferta lavorativa.

Ma durante la pandemia, il grande vantaggio è stato di poter accedere al volto del paziente, con le sue espressioni e le sue comunicazioni inconsce, cosa resa molto difficoltosa alla presenza di una mascherina, altra grande protagonista di questi ultimi tempi.